

CARI CONCITTADINI
Spiace constatare che nonostante le ripetute ed insistenti comunicazioni impartite dal Governo, dalla Provincia Autonoma di Trento, dal Comune e da tutte le forze dell’ordine, rispetto alla massima limitazione degli spostamenti, c’è ancora una percentuale importante di abitanti che incuranti delle direttive dei vari DPCM emessi sul contenimento della diffusione del coronavirus, si muovono sul territorio senza ragione .
Per evitare la diffusione del virus non c’è altra scelta che rimanere dentro le mura di casa propria, nel proprio giardino o nei pressi della propria abitazione. Non possiamo mollare la presa e dobbiamo mantenere saldo l’obiettivo: LIMITARE AL MASSIMO LE INTERAZIONI SOCIALI PER FRENARE IL CONTAGIO.
Si ribadisce nuovamente a tutti di mantenere un comportamento di massima responsabilità e di forte senso civico in questo periodo di grave emergenza sanitaria che ogni giorno vede un esponenziale incremento delle persone contagiate anche nelle nostre valli, come si evince dai comunicati giornalieri della Provincia.
Si ricorda che NON è consentito uscire di casa per:
Confido nel vostro senso di responsabilità e faccio un accorato appello allo scrupoloso rispetto delle chiare disposizioni di legge al fine di contenere l’espandersi del contagio. Vi ricordo che nessuno di noi può permettersi di ritenersi immune se non rispetta queste semplici norme.
Quindi:
Punizioni più severe per chi continua a uscire di casa senza motivo.
Denuncia penale per procurata epidemia a chi viola la quarantena
Uscire di casa senza giustificato motivo comporta l’inosservanza di un provvedimento di un’autorità e prevede l’arresto fino a 3 mesi o ammenda fino a 260€ oltre all’avvio del procedimento penale (art. 650 del C.P)
Per chi è sospettato di positività (sintomi associatati al coronavirus), per chi è venuto a contatto diretto con positivi e si comporta come nulla fosse (anche chi è in quarantena), e quindi cagiona un’epidemia mediante la diffusione di agenti patogeni si configura il reato penale di cui all’articolo 650 del C.P. al quale viene ancorato anche l’art. 452 ovvero delitti colposi contro la salute pubblica , che prevede una reclusione da 3 anni a 12 anni .
Se dovesse infettare anziani o persone soggetti a rischio causandone la morte, l’imputazione potrebbe trasformarsi in omicidio doloso.
IL SINDACO
Gianni Bressan